La scissione di società
La scissione è una operazione straordinaria societaria che consente di trasferire patrimonio della società scissa ad una o più società beneficiarie. Ai soci della società scissa vengono assegnate azioni o quote della società beneficiaria sulla base di un rapporto di cambio che consenta di mantenere, dal punto di vista economico, sostanzialmente inalterata la posizione dei soci della società scissa. Anche dal punto di vista fiscale, si tratta di un’operazione neutra e che quindi, ad esempio, non richiede il versamento di imposte proporzionali ma l’imposta fissa di registro. Anche nel caso in cui il patrimonio trasferito abbia ad oggetto diritti reali su immobili l’applicazione dell’imposta ipotecaria e catastale è in misura fissa.
L’operazione in oggetto è utilizzata per la riorganizzazione societaria e nella prassi le vicende più frequenti consentono di ripartire il patrimonio immobiliare dall’azienda operativa, di estromettere un ramo in vista di una cessione, di ripartire i rami più redditizi da quelli meno performanti, ad esempio creando good e bad companies in occasione di un piano di ristrutturazione.
La scissione è una operazione estremamente duttile: può dare vita a nuove società, coinvolgere solo quelle già esistenti, determinare una rimodulazione delle partecipazione dei soci all’interno delle società coinvolte.
Di recente il legislatore ha creato una particolare forma di scissione “per scorporo” nella quale le quote della società di nuova costituzione vengono assegnate alla società scissa anziché ai soci della stessa. L’operazione in questo caso consente di ottenere risultati analoghi alla costituzione mediante conferimento, ma con applicazione di una disciplina differente, cioè la disciplina propria della scissione.
Il procedimento di scissione è complesso e coinvolge tutti gli organi societari. L’iniziativa spetta all’organo amministrativo che redige un progetto da depositare nel registro delle imprese; successivamente l’assemblea dei soci approva il progetto. Decorso il termine entro il quale i creditori possono fare opposizione alla scissione, si torna alla competenza dell’organo amministrativo che con l’atto di scissione ne determina gli effetti definitivi.
Inoltre devono essere messi a disposizione dei soci numerosi documenti ed informazioni per valutare l’opportunità di approvare il progetto come ad esempio situazioni patrimoniali e bilanci, relazione dell’organo amministrativo, relazione dell’esperto sulla congruità del rapporto di cambio, gli statuti e gli atti costitutivi. Il verbale dell’assemblea che approva il progetto e l’atto di scissione devono essere redatti per atto pubblico quindi è obbligatorio rivolgersi al notaio in queste fasi.
É estremamente utile ed opportuno anticipare il contatto con il notaio in un momento anteriore perché il progetto di scissione delinea tutti gli aspetti dell’operazione. Il confronto con il notaio consente, sin dall’avvio della scissione, di evidenziarne eventuali criticità, opportunità o limiti.
Uno dei documenti principali dai quali si avvia la valutazione del piano è la situazione patrimoniale, cioè una rappresentazione contabile che riguarda tutte le società coinvolte nell’operazione. In alternativa è consentito l’utilizzo del bilancio purchè questo non sia chiuso da oltre sei mesi rispetto alla data del deposito presso la sede sociale. Dal momento che nella stragrande maggioranza dei casi i bilanci si chiudono al 31 dicembre e l’approvazione del bilancio deve avvenire entro 120 giorni, il periodo tra aprile e giugno si presta particolarmente all’avvio di tali operazioni.
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Simone Brusatori – contattami per una consulenza